giovedì 8 agosto 2013

Il mio mondo dietro al muro

"In una Berlino messa in ginocchio dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, dove le persone hanno costantemente paura e sono pronte a voltarti le spalle nel disperato tentativo di sopravvivere, due amici - Hermann e Jockel - cresceranno insieme e vivranno uniti ogni loro momento di vita. Supportandosi e sopportandosi, tra lacrime e risate, i due ragazzi instaureranno una solida amicizia, permanente nel tempo e oltre i confini del mondo, soprattutto quelli imposti dall'odio e dalla cecità umana. Un racconto delicato ma intenso, in cui l'autrice riesce a riversare tutta la sua sensibilità e freschezza, alla ricerca di sentimenti veri e autentici, dispersi nella triste e ovvia quotidianità moderna."






giovedì 4 aprile 2013

La misticità dell'amore e della morte.


Sin dai tempi più remoti l’umanità ha sempre cercato di dare un senso all'inspiegabile fenomeno dell’amore, spesso senza riuscire però nell'intento.
Uomini di grande intelletto e umili servitori, grandi potenti della Terra e dignitosi schiavi, donne e uomini, sin dalla più tenera età si sono interrogati sull'amore  cercando di spiegarlo e di spiegarselo. Lo hanno fatto anche gli artisti, poeti e prosatori, pittori e scultori che, con le loro opere, hanno cercato di rappresentare l’amore.
Il saper trovare un’accezione logica a questo termine è sempre stato oggetto di studio da parte di chiunque, in un modo o nell'altro  sia stato in contatto con l’amore. Ciò avviene a tutti, nel corso della propria esistenza, poiché l’uomo stesso nasce da una concezione d’amore puro, quello dei genitori che mettono al mondo la Vita, il simbolo della loro unione.
L’amore è tuttavia strettamente collegato con la morte, sono due forze supreme che circondano il globo intero, due energie che coesistono armoniosamente. L’amore è una grande forza devastatrice da cui l’essere umano si fa travolgere, fino quasi, in alcuni casi, a morire in una maniera eroica in conseguenza di una passione totalizzante che elimina tutte le altre.
La stretta correlazione tra Amore, Eros, e Morte, Thanatos, emerge, ad esempio, nella vicenda di Paolo e Francesca, narrata da Dante nel V Canto dell’Inferno della “Commedia”. Qui l’amore diventa un sentimento supremo che sovrasta la capacità umana e che si paga con la morte.
La concezione stilnovistica dantesca dell’amore come superamento della dimensione sessuale e passionale viene qui superata. “Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona” sono versi che spiegano come l’amore passionale, che sfugge alla ragione e alla virtù cristiana, sia la causa della morte dei due amanti.
Eros e Thanatos convivono anche nella favola di Amore e Psiche rappresentata nella scultura omonima di Antonio Canova. In questo caso lei viene salvata dalla morte, ma nell’unione dei due muore il singolo per generare un’altra entità: la coppia.
L’amore e la morte sono elementi essenziali della vita stessa, poiché essa termina con la morte e con la morte, per chi crede, inizierà una nuova vita.
Con un'immagine mistica si potrebbe pensare all'uomo che si trova a vivere nel Purgatorio, viaggiandovi come un’anima fragile e perduta, cercando di giungere al Paradiso dell’amore e rischiando di cadere nell'Inferno della morte, ignorando che Paradiso e Inferno sono l’uno l’ossimoro dell’altro.

lunedì 9 luglio 2012

Io sono come due persone nello stesso corpo. "Controlla bene per favore", dicono il terzo e il quarto.


A volte mi guardo allo specchio e rivedo quella bambina di otto anni insicura di sè, quella bambina per la quale le maestre si preoccupavano e chiamavano la madre, perché era troppo timida, perché si preoccupava troppo. Rivedo il mio volto piccolo, senza macchie di crescita impresse sul viso, senza le occhiaie e gli occhi stanchi. Vedo quella piccola bocca, quel nasino e quei piccoli occhi che mi guardano con tristezza, che chiedono aiuto, che mi pregano. 

A volte mi guardo allo specchio e rivedo quella ragazzina di dodici anni così piccola, così sola, così indifesa. Con il viso un po' più adulto, quei lunghi capelli biondi che cadono sulle spalle e stanno ritti come degli spaghetti, quel primo segno di acne e internamente lo sconforto totale. Vedo quegli occhi scuri e grandi, quel naso a patata e quella bocca troppo grande che mi fissano e mi dicono: cambia il tuo modo di vederti, semplificati la vita, combina qualcosa di buono, non rimanere mentalmente piccola. Vedo quella ragazzina seduta su un banco di scuola che sceglie le persone disagiate come lei, perché sa che con loro può avere un certo tipo di rapporto. Vedo quella ragazzina che prende in mano la sua prima sigaretta con incertezza, che prende il primo spinello tra le dita e ride, che prende quella bottiglia di vodka tra le mani e sente la testa girare. E quella ragazzina allo specchio implora di mettere la testa in quello che faccio, mi guarda con occhi tristi e spenti. 

A volte mi guardo allo specchio e vedo quell'adolescente insicura di quindici anni, che fa battute a raffica, che punta tutto sulla simpatia perché sa che ormai il suo viso è deturpato da brutti segni. Rivedo le scene della quindicenne, mentre guarda quella matita nera e la compra, mentre si contorna gli occhi di nero. La sua difesa contro il mondo, il suo voler essere diversa, perché dentro lei sai di essere diversa...nel modo sbagliato. Vedo quella ragazzina buttare all'aria i suoi ideali, il suo modo di vestirsi solo per essere uguale alle alte, per fare colpo sui ragazzi. La vedo mentre non abbandona mai quella matita, quel fondotinta bianco cadaverico e quel taglio corto e nero. La vedo mentre cammina, con la felpa viola, i jeans neri e la tracolla sulle spalle, che fa il suo ingresso da sola a scuola, che si ferma da sola in un angolino a fumare una sigaretta mentre tutte le altre belle ragazze ridono e scherzano, anche con i maschi. La vedo mentre si ripete che un giorno si riscatterà, che un giorno lei splenderà. Più guardo questi occhi neri guardarmi dallo specchio, più mi accorgo che ha bisogno di aiuto. Ha bisogno di una persona vera nella sua vita, che non le volti le spalle perché "ci piace lo stesso ragazzo e io lo voglio, perché io lo conosco da un po' e conosco la sua compagnia", perché "tu sei diversa", perché "tu sei una merda, tu fai schifo". Ha bisogno di qualcuno che la accarezzi, che la baci e che le dica che tutto andrà bene, che nella sua vita le cose cambieranno perché lui è al suo fianco. La vedo mente prende quella forbice tra le lacrime e non sa quello che sta facendo. La vedo mentre prende tutte le pastiglie di moment una dietro l'altra, sperando che l'effetto collaterale sia distratroso, non solo dannoso. La vedo mentre piange perché di nuovo i suoi amici l'hanno abbandonata, mentre anche Bea l'ha abbandonata, dicendole che con lei potrebbe passare la "domenica pomeriggio andiamo a Orio". La vedo mentre non mangia, mentre continua a pesare miseri 45kg, mentre la sua stessa diversità poi viene accettata...ma solo perché la persona simile a lei è più figa, è maggiorenne e ha la macchina, nonché una moto, una grande casa e tatuaggi e soldi. La vedo mentre perdona quelle persone, sorridendo ingenuamente, fino al prossimo "attentato". La vedo mente mi prega, adesso che ho vent'anni, di fare le scelte giuste, di essere forte, di non danneggarsi, di guardarsi e dirsi "sei bella."

A volte vedo me stessa, il che non è un gran vedere. Vedo quelle tre persone, quel conflitto interiore. Vedo io che mi sforzo di dire "ma io sono bellissima", quando in realtà vorrei cancellarmi dalla faccia della terra. Alzarsi ogni mattina è così difficile, ma ci sono persone che meritano il tuo sorriso e meritano i tuoi occhi sinceri. 
Mi vedo mentre piango insicura di me, mentre la bambina, la ragazzina e l'adolescente litigano tra loro, mentre le mie esperienze e i miei errori riemergono, fino a farmi sprofondare, come la punta dell'Iceberg per il Titanic. Mi vedo con le labbra incurvate verso il basso, mentre mi sforzo di sorridere. 

Io sono come due persone nello stesso corpo. "Controlla bene per favore", dicono il terzo e il quarto.

giovedì 17 maggio 2012

Stop omofobia!


Giornata mondiale contro l'omofobia.

Mi è capitato, qualche mese fa, di litigare con un ragazzo riguardo le sue idee verso la comunità LGBT. Sosteneva che l'amore verso persone dello stesso sesso era una malattia incurabile, che bisognava fermare persone simili prima che potessero diffondere la malattia, "perché Dio non voleva queste persone sulla terra, Dio ha creato uomo e donna per stare insieme e procreare". Noi donne non siamo macchinette fecondatrici, ma questo è un altro discorso, qui si va a toccare il femminismo.

Quello che mi fa rabbia, è che al mondo esistono ancora persone che la pensano in questo modo. Ci siamo evoluti, perché la nostra mentalità deve essere ancora così arretrata, a volte? L'amore è uguale per tutti, a prescindere dal sesso. Io amo una persona per il suo cuore, per il suo cervello, per tutto quello che riesce a darmi, per come mi fa sentire, non per il suo organo genitale. Le idee si rispettano, la libertà di pensiero e parola esiste ancora (anche se spesso nessuno ci crede più), ma in questo caso mi viene proprio difficile riuscire ad ascoltare aspre parole su questo argomento.
Superiamo i tabù, facciamo in modo che gli omosessuali, e non solo, possano sentirsi liberi in un mondo che appartiene anche a loro, perché non sono contronatura, sono persone.


Mi è piaciuto molto, questa sera, l'intervento di una ragazza in Facebook, che dice testuali parole:
"Essendo la giornata internazionale contro l'omofobia, vorrei lanciare un messaggio ai membri appartenenti alla categoria: sono sicura che la vostra paura vi logorerà vivi. Sono sicura che, mentre voi sarete impegnati a giudicare, a dibattere su quanto sia innaturale, contronatura e sbagliato, quanto faccia schifo amare una persona dello stesso sesso, i soggetti del vostro d'odio saranno comodamente distesi a fare l'amore con la persona che amano. Sono sicura che un giorno, sempre i soggetti del vostro odio, potranno coronare il loro amore davanti al vero Dio (che, a differenza di quanto voglia far credere la Chiesa, ha creato ogni essere a sua immagine e somiglianza), potranno soddisfare il bisogno di maternità e paternità. Vi dico di più: mentre faranno tutto ciò, voi sarete ancora là con il dito puntato a innervosirvi, ad avere paura e a non vivere bene. Perché, paradossalmente, chi viene odiato, dentro arde, chi odia, dentro muore. Ben venga il vostro comportamento (per un semplice motivo): marcirete prima di noi."
Forse anche le sue parole sono troppo dure, ma il messaggio deve arrivare: stop all'omofobia.






lunedì 13 febbraio 2012

Quello che non so dirti.

Caro ....,

ho uno strano sorriso stampato in faccia, forse dovuto alla tanta dolcezza che riservavi solo per me, nel periodo più bello della mia vita. Perché? Beh, perché tu eri con me.
Ricordo quando arrivò il primo contatto di edizione, ero così contenta che te lo dissi subito e tu mi aiutasti molto. Mi bastava solo vederti per farmi sentire subito bene, mi bastava un tuo abbraccio per farmi sentire il cuore scoppiare. E più guardavo le tue labbra, più avevo voglia di baciarle. Cercavo sempre attorno a me un amore vero, sincero, ma non sapevo che c'eri già tu, con le tue braccia, con le tue parole, a proteggermi e ad amarmi. Ero forse cieca? No, per la miseria, ero spaventata a morte!
Tra di noi si era creata una sfera di cristallo che ci proteggeva dagli estranei, che ci faceva stare in paradiso, ma il cristallo, si sa, è molto fragile, ed io sono riuscita a romperlo. Poi, tu con parsimonia e dolcezza sei riuscito a cogliere i pezzi e a sistemarli, ricostruendo quella magica sfera. Ed io l'ho distrutta di nuovo, ma i pezzi erano troppo piccoli da sistemare, il tuo core era come loro. Non avevi voglia di ricominciare tutto da capo, non avevi voglia di vedere quelle enormi crepe su di noi.
Ma questa volta lascia che sia io, mischiata al tempo e all'amore, a ricostruire quel cristallo, a sistemare quel cuore. Lascia che sia io a recintare il nostro affetto, perché so che tu ora non ne hai più le forze, non hai più nulla per poterci riprovare.
Dicono che una cosa rotta sia ormai da buttare e bisogna prenderne una nuova, ma questa volta non sarà la paura a vincere tra i miei sentimenti. Questa volta sarà la voglia di provarci, la forza di impegnarmi; la ragione di stare con te. Questa volta sarò io a proteggerti, anche se le mie braccia e le mie spalle non sono forti come le tue, perché sarà l'amore a farmi riuscire nell'impresa. Quell'amore che non ti fa più capire niente, che ti fa scordare di cosa sia fatto il mondo, che ti fa perdere completamente la concezione del tempo e ti abbandona in un mare di emozioni.
E' il mio cuore che sta scrivendo, le mie mani tremano, la mia mente è in uno spazio profondo, ma questo maledetto cuore è ancora stabile, perché sta guardando te.
Mi dispiace averti fatto soffrire, averti deluso così tanto che ti ho fatto perdere le parole. Ma eri speciale e lo sei tutt'ora. Ti cerco, ti osservo, ti scrivo. Eppure tu sei sempre più lontano, non vedo più quella luce nei tuoi occhi, fonte di immensa gioia. Non sei tu, non sei quel ragazzo solare che lasciava i problemi in casa sua e spezzava la sua anima per gli altri. Ti sei lasciato andare al tuo destino, ti sei arreso. Proprio come Alekos Panagulis dopo che cadde in un coma mentale, capendo di essere completamente solo. Ma lui, esattamente come te, non era affatto solo, però le circostanze e il Potere gli avevano fatto credere il contrario.
Vorrei poterti abbracciare e dirtele tutte queste cose, vorrei poterti rassicurare, vorrei poterti ascoltare per ore.
Non ci parliamo da mesi, eppure vedo che qualcosa in te manca, So che non hai mai creduto che io potessi capirti, ma nel mio silenzio sapevo esattamente quello che provavi. Proprio come ora. Non posso dire che era merito mio della tua felicità, perché probabilmente non lo ero. Però sorridevi, ridevi, ti sentivi una persona che faceva effettivamente parte di questo mondo, ed era semplicemente stupendo.
Forse mi sto sbagliando anche ora nel dire che non sei più quello di una volta, perché ti vedo solo di sfuggita qualche volta. Magari la luce nei tuoi occhi la spengo io, magari io non ti capisco più. Capisco solo una cosa: mi manchi. Terribilmente ed ogni giorno che passa è un'agonia, un'apnea infinita. Ogni volta che ti vedo è un battito in meno, uno sguardo lucido in più, una voglia irrefrenabile di darmi della stupida.
Questa sarà l'ennesima lettera scritta a vuoto, che rimarrà chiusa in un cassetto e ritrovata tra qualche tempo. Però mi manchi e vorrei esser capace di dirtelo, ma se forse chiudessi gli occhi e provassi ad annientare i tuoi pensieri, sentiresti il mio cuore esplodere e battere e piangere e ridere.
Con tutto il bene di questo mondo.

lunedì 9 gennaio 2012

Mi manca il coraggio di dirti che ti amo.

"Bisogna avere il coraggio e la forza di fare tutto, tutto ciò che si prova, che si pensa, che si vorrebbe dire. Senza di esso, cosa faremmo? Non diremmo alla persona amata che l'amiamo; non diremmo ad un nostro amico "ti voglio bene"; non sapremmo più cosa sia il mondo intero. Basta chiudere gli occhi e respirare, liberarsi da quelle parole che tanto ci tengono imprigionati e parlare, massì, anche urlare se ci va. Una persona come fa a capire cosa vuoi, se tu non lo dici? Potrebbe essere la nostra occasione, come potremmo metterci in discussione e litigare con qualcuno. Ma bisogna sempre tentare, in qualsiasi caso. 

Così guarda dentro di te, scava nelle viscere del tuo essere, e dimmi cosa provi, dimmi tutto ciò che non hai mai avuto il coraggio di dirmi."

Tentennò, esitò per un momento, guardando il vuoto davanti a sé. Chiuse gli occhi, come lui stesso le aveva suggerito, mordendosi un labbro. Si, ce l'avrebbe fatta.
"Ti amo, ma dimmi anche tu tutto ciò che non hai avuto il coraggio di dire."
E lui la baciò sulle labbra, cogliendola alla sprovvista. Una mano sul suo volto, le labbra unite, il silenzio che aleggiava attorno a loro due, avvolgendoli in un'aria maestosa e fiera, abbandonandoli per sempre, lasciandoli annegare nei profondi mari dei loro occhi.
"E' questo che non ho mai avuto il coraggio di dirti."

mercoledì 4 gennaio 2012

Un buon anno a tutti!

E' già passato un anno, siamo finalmente entrati nel 2012.
Qualcuno crederà che a Dicembre, il 21 precisamente, tutto finisca. Altri sono coscienti del fatto che arriveremo tranquillamente al 2013.
Cosa cambierà dall'anno scorso? Tutto, anche per coloro che non ci credono e continuano a sostenere che sarà uguale a sempre. Se sarà tutto monotono e noioso, è solo perché voi non volete migliorare il vostro nuovo anno, non credete che i vostri sogni possano essere esauditi, i vostri obiettivi raggiunti, le preghiere ascoltate, le intenzioni realizzate.
Tutti, l'anno scorso, abbiamo avuto modo di scoprire e conoscere molte cose, perché non passa giorno senza che noi cambiamo, mutiamo, pensiamo, sentiamo e percepiamo. Abbiamo assaporato molte gioie, pianto molte illusioni e disperazioni, abbiamo risposto speranza proprio lì dove forse era scarsa. Chiudiamo gli occhi e preghiamo, invochiamo aiuto. E quando ce la facciamo, urliamo dal piacere, sorridiamo. E ci innamoriamo.
Quanti, nel precedente anno, si sono innamorati e hanno trovato l'anima gemella? Per chi ancora non l'avesse trovata, anno nuovo! Possiamo davvero farcela, possiamo credere in noi stessi e cercare di migliorarci, anno per anno.
2011 un po' triste, forse, per tutte le cose che sono accadute nel mondo, che ci hanno spezzato il cuore. Ma il 31 dell'ultimo mese dell'anno eravamo contenti, allo scoccare della mezzanotte abbiamo festeggiato, brindato all'inizio di un nuovo anno come se fosse una rinascita. Sia interiore che esteriore. Perdoniamo chi ci ha fatti soffrire l'anno prima, abbracciamoli e auguriamogli un nuovo anno. Perché potremmo davvero crescere sempre di più, stringendo i denti e andando avanti.
Io, per la prima volta, so che non sarà un anno come gli altri, perché l'ho deciso io. E' questo che dobbiamo fare fondamentalmente, prendere in mano la nostra vita e decidere, non dobbiamo lasciarci andare e pensare male. Non è nemmeno realismo, perché la nostra realtà parte dal nostro Io.

Perciò buon anno a tutti, anche se in ritardo di tre giorni. Prendete in mano le redini del vostro Io e cavalcate verso un anno di successi. 
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